«Samantha Eileen Winchester → Umana, Tramite di Lucifer»
► 2nd May '90 ⌡ CHARACTER ♣⌡ LISTEN ♫⌡ DRESS * ◄ “Sposami.”
“No.”
“Sposami.”
“Non siamo pronti.”
“Sposami.”
“Essere quella in bianco all'altare? Non fa per me. Ma accidenti, lo voglio più di ogni altra cosa al mondo.”
Le sagome si rincorrevano sulla spiaggia di fronte ai suoi occhi. Voci lontane rimbombavano nella sua testa, come se fossero lì, accanto a lei. Ma quelle sagome non erano reali. Nonostante fosse passato più di un anno dalla tragedia, Jared era ancora nella sua mente, era nell'aria che respirava. Era accanto a lei al lavoro, a casa, mentre portava i vestiti in lavanderia, mentre comprava il pane la sera, mentre ordinava una pizza; era accanto a lei dall'altro lato del letto prima di addormentarsi. Ma Jared era morto, e Samantha non era in grado di capire il perché. Se esisteva un Dio, allora lei aveva perso qualsiasi fiducia in lui, perché le aveva tolto l'unica speranza ad una vita normale, ad una vita felice. Tuttora si chiedeva cos'era successo e soprattutto perché era successo. Perché era morto? Una persona così buona e dolce come lui non meritava un destino così crudele. Morire prima ancora di sbocciare, prima ancora di assaporare le esperienze più intense della vita. Avere un figlio, svegliarsi la mattina con l'idea che doveva tornare a casa per la sua famiglia, amare così tanto da non voler morire. A Jared era stata tolta la possibilità di vivere, prima ancora di capire quanto la volesse, e Samantha non poteva a fare a meno di rendersi conto che con Jared, anche lei aveva smesso di vivere. Quella sera, quando l'avevano chiamata dalla centrale perché avevano trovato il suo corpo sull'autostrada, qualcosa era cambiato dentro di lei. Non aveva avuto la forza di chiamare sua sorella, o di mettersi in contatto con suo padre. Aveva rispedito il corpo di Jared a Los Angeles dalla famiglia, per rendergli una degna sepoltura e lei, dal canto suo si era abbandonata a una bottiglia di superalcolico, presentandosi due giorni dopo al funerale, in uno stato deplorevole. Le ci vollero mesi prima di tornare al lavoro, prima di tornare a esistere. Sam esisteva, tutta qua. Era abbastanza per adesso. Abbastanza da poter continuare il suo lavoro, abbastanza da dargli la forza di salire in macchina ogni mattina per recarsi in centrale. Abbastanza da non seguire Jared, ovunque lui fosse.
Quel giorno, alquanto arido, si prospettava tuttavia interessante, tanto che l'adrenalina le scorreva nelle vene sin dalla mattina. Le avevano assegnato il caso di un gruppo criminale che si aggirava attorno alla città per provocare solo danni. Era il caso di mettersi in moto, di iniziare a fare di nuovo ciò che meglio sapeva fare. Lottare per l'incolumità della gente. Che fosse essa in pericolo a causa degli umani o delle entità mistiche. Dentro di sé, aveva dato il via a una battaglia che aspettava di sfoggiare le sue migliori armi da ormai troppo tempo. Avrebbe voluto avere Diana accanto a sé in quel momento, ma sua sorella non c'era, e doveva perciò sbrigarsela da sola.
Seduta comodamente sul ramo di un albero, aspettava. Sapeva che sarebbero passati di lì. La polizia li aveva rincorsi fino ai limiti del boschetto che circondava la spiaggia di Brighton, dopo di che l'avevano chiamata. Non c'era tiratrice migliore di lei in tutta la città. Aveva la mira di un cecchino e se c'era qualcuno in grado di fermarli senza ferirli mortalmente, allora quella era Samantha. Improvvisamente, di fronte ai suoi occhi, vide una chioma di bionda. Era una ragazza che scappava, guardandosi di tanto in tanto indietro. Per un attimo pensò di dover scendere dall'albero per aiutarla. Aveva il viso di qualcuno che era letteralmente spaventato. Dietro di lei d'altronde si sentivano varie voci, il cui tono era alquanto malizioso. Le parole che le rivolgevano era ripugnanti, tanto che scatenarono l'ira della giovane Winchester. Il flusso di pensieri si fermò. Si sporse appena in avanti sul ramo per vedere meglio. La ragazza scomparse dal suo campo visuale e pochi istanti dopo vide un gruppo di giovani dalla corporatura a dir poco inquietante che si spostavano velocemente nella stessa direzione. Capì al volo che erano gli stessi tizi che lei cercava. Avrebbe riconosciuto quei visi anche tra un milione. I loro volti erano appesi in centrale su tutti i muri affinché nessuno si scordasse che appena li avesse avvistati, avrebbe dovuto sbatterli in galera.
Con l'agilità e la grazia di un felino scese dall'albero proprio dietro a quei malfamati, che per un secondo si fermarono probabilmente allarmati dal leggero tonfo alle loro spalle. Uno di loro sorrise dando gomitate a quello accanto a lui. Pensavano di aver appena trovato un altro bocconcino da inseguire. Samantha invece, tirò fuori la pistola, mirando alle loro gambe. In meno di un minuto, tutti erano a terra, incapaci di camminare o di muoversi. Che ironia! Erano bravi a fare i duri ma appena un briciolo di dolore s'insinuava in loro, piagnucolavano come le donzelle in pericolo. “Qui Winchester. Abbiamo quattro feriti di arma da fuoco. Mandate due pattuglie... e forse un'ambulanza.” Sorrise leggermente soddisfatta, mentre guarda il mucchio di sagome stese a terra. Sarebbero sopravvissuti, nonostante i lamenti generali. “Ricevuto agente. Saremmo lì in un batter d'occhio.” “Lo spero. Inseguivano una ragazza. Non ho tempo di fare da balia a questi quattro. Li troverete stesi a Nord-Est. Vicino alla radura.” “Non preoccuparti dolcezza. Siamo quasi arrivati.”
Rimise la pistola nel cinturino iniziando a correre nella stessa direzione della ragazza. Alcune piante spinose le graffiarono appena il visto tanto da lacrimare, ma non si fermò neanche per un secondo. Chissà per quale motivo la stavano inseguendo? Doveva scoprirlo. Se lei era un testimone chiave grazie al quale quei quattro potevano restare per il resto della loro vita in gabbia, allora Sam doveva trovarla.
Si ritrovò a breve di nuovo sulla spiaggia. Non calpestava la sabbia da sin troppo tempo. Da prima che Jared morisse. Quel posto le faceva ancora uno strano effetto. Le aveva chiesto di sposarlo d'altronde là, vicino al luna park, che ora somigliava più a un enorme masso di rottami. Improvvisamente di fronte ai suoi occhi si palesò una figura esile. Gli stessi capelli color grano, le ritornarono alla mente e si accorse che seduta sulla sabbia, col respiro ancora affannato, era la stessa giovane di prima. Per precauzione tirò fuori la pistola avvicinandosi lentamente. “FBI! E' tutto apposto. Quei quattro bastardi sono stati sistemati. Ti consiglio di girarti lentamente e di non fare azioni avventante. Nessuno vuole farti del male.”
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